MEDIOEVOMAGIA E OCCULTISMO

Nel medioevo la magia e l’uso di poteri magici, per il credo cristiano, ha una sola spiegazione: l’intervento del demonio.

Magia nel Medioevo

La Chiesa ha sempre guardato con disprezzo l’arte magica al punto che già nel concilio di Laodicea del 366 d.C. troviamo scritto:

“I sacerdoti e tutti i membri del clero non dovranno mai dedicarsi agli incantesimi, alle scienze mediche o all’astrologia“.

Nell’840 il vescovo di Lione si scagliò contro coloro che credevano nei “tempestari”, persone ritenute capaci con l’aiuto del maligno, di provocare tempeste e malattie.

Nonostante nell’Alto Medioevo le pratiche soprannaturali fosero considerate una reminescenza del paganesimo e non dell’intervento del diavolo, la Chiesa continuò a condannare sia chi metteva in atto le pratiche magiche, sia chi vi credeva.

Nel XIV secolo per le autorità ecclesiastiche era possibile fare patti con il demonio in modo da ottenere il potere utile per esercitare le arti magiche. Ovviamente in cambio della propria anima. La magia fu così assimilata alla stregoneria dando origine alla caccia alla streghe.

Nel XVII secolo la magia fu divisa in magia divina o teurgica.

La pratica della teurgia scomparì contestualmente alla chiusura delle scuole filosofiche e teologiche non cristiane avvenuta nel 529 d.C. con la pubblicazione del Codex Iustinianus, emesso dall’imperatore cristiano Giustiniano. Il Codex Iustinianus proibiva qualsiasi dottrina filosofica o pratica religiosa non cristiana.

Queste pratiche furono demonizzate e considerate malefiche e inaccettabili.

L’avvento del Cristianesimo implicava la distruzione di tutti i “daimones” pagani, (esseri a metà tra l’umano e il divino) considerati maschere degli angeli caduti insieme a Lucifero. La pratica teurgica fu chiamata ars goetia, locuzione derivata da una parola greca che significa “stregoneria”, “magia nera”, alla quale ovviamente si contrapponeva la liturgia sacramentale cattolica, considerata come la nuova e la vera teurgia.

Soltanto nel XII secolo si sviluppò una sorta di magia buona. Una magia dotta che studiava il collegamento tra l’uomo, la natura e il cosmo.
Furono riscoperti trattati greci e arabi di magia, alchimia ed astrologia. Questa magia, che esprimeva un approccio scientifico e che per la chiesa nulla aveva a che fare con il maligno, fu praticata alla corte di papi, re e nei cenacoli umanistici.

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