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Nella mitologia greca troviamo varie versioni riguardanti la nascita divina di Eros, il dio dell’amore (Eros in greco significa amore carnale).
Esiodo narra che nacque al principio del tempo uscendo dal Caos insieme a Tartaro e a Gea provocando così l’unione del padre originale Urano e della madre Gea. Senza di lui né dei né eroi sarebbero potuti nascere.
I romani lo chiamavano Amore o Cupido ed era una divinità nata dal Caos originario.
Era rappresentato come un fanciullo alato, furbo e un po’ impudente, che con i suoi dardi faceva innamorare sia gli dei sia gli esseri umani.
LE FRECCE SCOCCATE DAL DIO AVEVANO DIFFERENTI POTERI:
quelle d’oro infondevano amore in chi veniva colpito, quelle di piombo suscitavano avversione nel cuore dell’amante.
Nell’atto di scoccare la sua freccia, il dio volava leggero sopra gli amanti. A volte lo si scorgeva giocare con le armi di Marte o costruire un arco dalla clava di Ercole, a indicare che l’amore vinceva anche sui più forti.
Nel periodo medioevale era raffigurato bendato; indicato come simbolo dell’oscurità del peccato assunse una sorta di valenza negativa.
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