3 cose da fare ogni giorno per ridurre il rischio di Alzheimer: sono pilastri fondamentali

Ridurre il rischio di Alzheimer è possibile grazie a 3 pratiche quotidiane essenziali: seguire questi pilastri fondamentali per mantenere mente e corpo in salute nel tempo.

Non esiste una cura definitiva per l’Alzheimer, ma adottare quotidianamente certe pratiche può significativamente abbassare il rischio di sviluppare questa malattia neurodegenerativa.

uomo affetto da Alzheimer
3 cose da fare ogni giorno per ridurre il rischio di Alzheimer: sono pilastri fondamentali (Storiamito.it)

Il nutrizionista Daniele Basta sottolinea l’importanza di tre pilastri fondamentali: alimentazione, movimento, stimolazione cognitiva e sociale. Questi aspetti, se curati ogni giorno, possono costruire una base solida per una prevenzione realistica e sostenibile.

L’Alzheimer colpisce memoria, linguaggio, orientamento e autonomia, con danni cerebrali legati ad accumuli di placche beta-amiloidi e grovigli di proteina tau. Fattori come età, familiarità, predisposizione genetica, ipertensione, diabete, fumo, obesità, colesterolo alto e sedentarietà possono aumentare il rischio.

Sebbene le terapie attuali possano solo rallentare il decorso della malattia, una diagnosi precoce e uno stile di vita sano sono essenziali. Ricordiamo che nessuna abitudine può “immunizzare” completamente dall‘Alzheimer, ma pratiche quotidiane coerenti possono ridurre il rischio complessivo.

I 3 principi fondamentali per ridurre il rischio di sviluppare l’Alzheimer

Uno dei pilastri fondamentali è sicuramente l’alimentazione , la dieta mediterranea, arricchita dal modello MIND, è fortemente raccomandata .

Infermiera assiste donna affetta da Alzheimer
I 3 principi fondamentali per ridurre il rischio di sviluppare l’Alzheimer (.Storiamito.it)

Questa dieta enfatizza il consumo di vegetali a foglia verde, frutti di bosco, legumi, cereali integrali, pesce e olio extravergine di oliva. Gli antiossidanti, le fibre e gli acidi grassi “buoni” aiutano a contrastare l’infiammazione e lo stress ossidativo, favorendo la salute vascolare e il controllo di glicemia e colesterolo.

Riempire metà piatto con verdure, preferire cereali integrali, usare olio extravergine d’oliva come grasso principale, inserire frutti di bosco e frutta fresca quotidianamente, consumare legumi e pesce regolarmente, sono pratiche quotidiane consigliate. È importante limitare carni rosse, formaggi stagionati, burro, dolci e alimenti ultraprocessati.

L’attività fisica regolare è cruciale per migliorare il flusso sanguigno cerebrale, modulare l’infiammazione e stimolare la produzione di fattori neurotrofici.

Seguire le linee guida di almeno 150 minuti a settimana di attività aerobica moderata, equivalenti a 30 minuti al giorno di esercizio, può portare benefici significativi. Aggiungere esercizi di forza e routine di equilibrio e flessibilità due volte a settimana è altrettanto utile. Rendere il movimento una parte integrante della routine quotidiana, come programmare una camminata dopo i pasti o salire le scale, può facilitare l’adozione di uno stile di vita attivo.

La capacità del cervello di compensare le perdite funzionali, si rafforza attraverso stimoli intellettuali e sociali regolari. Leggere, studiare una lingua, suonare uno strumento, cimentarsi con cruciverba, scacchi o giochi logici, e apprendere nuove abilità sono attività che contribuiscono a costruire questa riserva. Le interazioni sociali, come conversazioni, attività di gruppo, volontariato, ballo e circoli culturali, sono altrettanto importanti. Anche ascoltare musica nuova e discutere un libro o un film mantengono attive memoria di lavoro, attenzione e funzioni esecutive.

Queste tre abitudini, insieme al controllo dei fattori di rischio vascolare, all’astensione dal fumo e a un uso moderato di alcol, rappresentano la strategia più concreta per incidere sul rischio di Alzheimer. Benché non siano una garanzia assoluta, costituiscono pilastri quotidiani su cui appoggiare con fiducia la prevenzione. Per piani personalizzati, è sempre consigliabile rivolgersi al proprio medico curante.

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