Flavio Insinna la straziante confessione sulla sua vita attuale: “Non ha senso dover esserci per forza”

Flavio Insinna si apre in una toccante confessione sulla sua vita attuale, rivelando il peso delle aspettative e il senso di smarrimento dietro il bisogno di esserci sempre.

Torna in Rai da concorrente a Tale e Quale Show dopo lo strappo del 2023, tra amicizia, leggerezza e una scelta di vita lontana dall’obbligo dei riflettori.

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Flavio Insinna la straziante confessione sulla sua vita attuale: “Non ha senso dover esserci per forza”. Credits: ansa foto – storiamito.it

Flavio Insinna riappare in prima serata su Rai 1 a Tale e Quale Show dal 26 settembre, ma lo fa con la disinvoltura di chi, per sua stessa ammissione, non ha bisogno della televisione per sentirsi vivo.

Dopo l’addio del 2023 a L’Eredità e la parentesi su La7 con il quiz Famiglia d’Italia, l’attore e conduttore accetta la chiamata di Carlo Conti e rientra in casa Rai dalla porta più insolita: quella del concorrente. “Carlo mi ha telefonato, pensavo a una chiamata d’amicizia, non a un lavoro”, confida dallo Studio Fabrizio Frizzi, il luogo simbolico di tante sue stagioni. È bastato però poco per trasformare il saluto in un invito ufficiale.

La vera notizia, racconta Insinna, è che questo ritorno non nasce da un’urgenza di ribalta, ma dal contrario. La tv non mi manca. Sto bene a casa con le rose, gli animali e mia madre”, dice senza esitazioni. E aggiunge la frase che suona come una presa di posizione definitiva: “Non ha senso dover esserci per forza”. Non c’è bisogno di rilanci, chiarisce; c’è piuttosto una grammatica personale del lavoro e dell’amicizia che lo guida nelle scelte. Se c’è una proposta bella, la valuterà. Ma i riflettori non sono un totem da venerare.

Il peso delle aspettative nella vita del conduttore Flavio Insinna

La partecipazione a Tale e Quale Show, del resto, ha una condizione ben precisa: farla in coppia con Gabriele Cirilli, compagno d’arte fin dai tempi del laboratorio di Gigi Proietti. “Avrei partecipato solo con Gabriele”, ribadisce Insinna, ricordando quel 1988 in cui i due si conobbero e iniziarono a crescere insieme, tra palcoscenico e televisione.

A 60 anni, con quattro decenni di mestiere sulle spalle, Insinna rivendica la libertà di dire dei no. “Ho detto tanti no in questi mesi a programmi celebri perché pensavo di non essere adatto”, ammette, lasciando trapelare una filosofia maturata nel tempo.

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Il peso delle aspettative nella vita del conduttore Flavio Insinna. Credits: ansa foto – storiamito.it

Citando un amico sacerdote, ripete a sé stesso una regola semplice: “Non fare di te stesso un Dio”. È un invito all’umiltà, ma anche al rispetto per il proprio ritmo. La battuta arriva a stemperare la serietà: “La tv non mi manca, ne ho sei”, ride, facendo intendere che la vita sul divano – con rose e cani – è un lusso da custodire.

Per altri volti, come Amadeus e Fabrizio Frizzi, Tale e Quale Show fu anche una rampa di rilancio. Per Insinna no: “Non ho bisogno di rilanci, partecipo per amicizia”, puntualizza. Nel frattempo la sua agenda resta viva: a febbraio riprende la tournée teatrale di Gente di facili costumi, il successo firmato Nino Manfredi che lo riporta nella dimensione più amata, quella del palco.

La tv, semmai, può tornare con una nuova storia da interpretare. “Da qualche parte ci sarà un papà, uno zio, un nonno da fare…”, sorride, aprendo uno spiraglio a futuri ruoli seriali senza fretta di conquistarli.

C’è spazio anche per guardare gli altri. Alla domanda su Stefano De Martino, Insinna si illumina: “Certo che mi piace. Mi ci rivedo quando debuttai nel 2005-06. Avevo più o meno la sua età. Non ero così bello: ero caruccio…”, ricorda, con un’autoironia che è il suo marchio. Riconosce nel collega quella elasticità da intrattenitore capace di cantare, saltare, giocare con il concorrente: una leggerezza che rimanda ai pomeriggi felici di Affari Tuoi.

E quando si accomoda davanti allo schermo, non si risparmia lo stupore: “L’altra sera non riuscivo a staccarmi da X Factor. Quei giudici con Giorgia sono straordinari. Da film americano”. Un complimento che dice molto del suo sguardo da spettatore: libero, curioso, senza rivalse.

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