L’esperto ci rivela come pulire il tartufo: il miglior metodo in assoluto per gustarlo senza terra ‘in bocca’

Non lasciare che la terra rovini l’esperienza del tartufo: l’esperto ci svela il metodo più efficace per pulirlo a fondo e gustarlo in tutta la sua bontà, preservando profumi e consistenza.

Il tartufo, sia esso bianco o nero, rappresenta una vera e propria meraviglia della natura che merita il massimo rispetto in cucina.

Tartufi neri su un piano di legno
L’esperto ci rivela come pulire il tartufo: il miglior metodo in assoluto per gustarlo senza terra ‘in bocca’( Storiamito.it)

Tuttavia, un piccolo errore può rovinare l’intera esperienza culinaria: la sgradevole sensazione di sentire granelli di terra tra i denti.

Pulire il tartufo non è solo una questione estetica, ma un’operazione cruciale per preservarne il profumo e la consistenza.

Gli esperti concordano sul fatto che, per eliminare la terra senza compromettere l’aroma, sono necessari pochi strumenti, gesti delicati e il giusto tempismo.

Pulizia del tartufo: tutti gli strumenti e i passaggi da effettuare

Per una pulizia efficace del tartufo, si raccomanda l’utilizzo di uno spazzolino a setole morbide o un pennellino da funghi, preferibilmente con setole naturali. È inoltre fondamentale avere a disposizione un panno in microfibra o della carta assorbente, entrambi puliti e asciutti, per tamponare delicatamente il tartufo.

Diversi tartufi neri disposti in un piatto
Pulizia del tartufo: tutti gli strumenti e i passaggi da effettuare ( Storiamito.it)

L’acqua fredda corrente, utilizzata con parsimonia, è essenziale per un risciacquo leggero, mentre uno stuzzicadenti o una stecchetta di legno possono aiutare a rimuovere i residui di terra più ostinati. Un colino fine può essere utile per un passaggio rapido sotto l’acqua, evitando perdite. Infine, un affetta-tartufo o una mandolina saranno necessari solo a pulizia completata.

La pulizia del tartufo inizia con una pre-pulizia a secco, delicatamente eseguita con lo spazzolino per rimuovere la terra superficiale senza bagnare il tartufo. Successivamente, è importante ispezionare con attenzione la scorza per individuare cavità e solchi dove la terra potrebbe nascondersi, evitando di grattare con forza.

Un risciacquo rapido sotto un filo d’acqua fredda può essere necessario se la terra persiste, facendo attenzione a non immergere il tartufo per troppo tempo. La spazzolatura sotto acqua aiuta a rimuovere i residui di terra, mentre l’uso dello stuzzicadenti permette di affrontare i punti più incrostati. È cruciale procedere con un’asciugatura immediata e, infine, lasciare riposare il tartufo per qualche minuto prima di affettarlo direttamente sul piatto.

Il tartufo bianco (Tuber magnatum) è più delicato e richiede una pulizia prevalentemente a secco, con un contatto minimo con l’acqua. Si consuma esclusivamente a crudo, affettato finemente. Al contrario, il tartufo nero (pregiato o invernale) tollera meglio un breve risciacquo sotto l’acqua e può essere sottoposto a brevi cotture. La sua scorza più rugosa necessita spesso di una spazzolatura più accurata.

Tra gli errori comuni nella pulizia del tartufo, l’ammollo in acqua è forse il più dannoso, poiché può diluire i composti aromatici e alterare la consistenza. L’uso di acqua calda o detergenti, così come di spazzole dure o metallici, può danneggiare la superficie del tartufo e accelerare la perdita di profumi. È inoltre sconsigliato pulire il tartufo troppo in anticipo o conservarlo nel riso, poiché queste pratiche possono favorire l’umidità residua, la formazione di muffe o la disidratazione del tartufo.

Prima e dopo la pulizia, il tartufo dovrebbe essere conservato in frigorifero, tra 2 e 4 °C, avvolto singolarmente in carta assorbente pulita e inserito in un contenitore ermetico. È importante cambiare la carta ogni 24 ore per evitare la condensa.

La pulizia del tartufo richiede attenzione e buon senso: la terra va rimossa e scartata, l’acqua di risciacquo non deve essere riutilizzata in cucina, e gli strumenti impiegati devono essere puliti e dedicati. In presenza di muffe, è consigliabile rimuoverle con un panno leggermente umido e asciugare immediatamente il tartufo. Se l’odore è anomalo o sgradevole, è meglio non consumare il tartufo.

Per garantire un’esperienza culinaria impeccabile, il tartufo dovrebbe essere affettato finemente direttamente al tavolo, in modo che le lamelle cadano sul piatto senza contaminarsi con superfici esterne.

Gestione cookie