FARAONIANTICO EGITTO

Originario del Medio Egitto, Horemheb diventò generale e gran maggiordomo durante il regno di Tutankhamon, fu anche insignito del titolo di principe. Titolo che gli assicurò la supremazia sul visir, e che in seguito servirà a qualificare il principe e luogotenente generale che il faraone designava come suo successore.

Faraone Horemheb

Fu in questo periodo che Horemheb fece costruire a Tebe e a Menfi le sue statue “in veste di scriba” ed edificò il vasto monumento funerario a Saqqara. Sui rilievi che commemorano le sue imprese, figura la presentazione al faraone dei tributi e dei prigionieri della Siria e della Nubia.

Cartiglio Horemheb
ZESERKHEPRURA. XVII Dinastia 1319-1292 a.C.

Alla morte di Tutankhamon, Horemheb accettò Ay come sovrano.

A quest’ultimo, però, non successe il principe Nakhtmin suo figlio, fu Horemheb che fu incoronato a Tebe.
Horemheb sovrascrisse i suoi nomi su quelli di Tutankhamon (compresa la stele che proclamava la restaurazione dell’antico ordine e le effigi di Amon alle quali il giovare faraone aveva prestato il suo volto).
Promulgò un decreto per proteggere i beni privati e i mezzi di trasporto dai racket, e ristrutturò i governatorati militari e i consigli amministrativi delle province.

Ampliò Karnak con il IX e X pilone a sud, e a ovest con il II pilone che in seguito i Ramessidi avrebbero decorato. Per far ciò smantellò i templi atonisti, inoltre recuperò e ingrandì il tempio funerario di Ay. Nell’ipogeo di Horemheb, situato nella Valle dei Re, troviamo per la prima volta il “Libro di Portici”, simbolico rilancio della rigenerazione del sole.

Horemheb” ripopolò il clero con incaricati scelti nell‘esercito.

La sua politica era l’eliminazione degli eredi della corte armaniana. Sscelse come visir e successore un altro militare, Ramsete, che una volta sul trono regnò con suo figlio Sethi, un altro soldato.

Con l’usurpazione delle opere di Tutankhamon, con la proscrizione postuma di Ay e di Nakhtmin e con le sue azioni, Horemheb mise fine ad un’epoca e si pose in veste di iniziatore di una nuova era.

Fu riconosciuto come tale dalla dinastia ramesside, e sotto Ramses II, sarà considerato come il successore diretto di Amenophi III.

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