MITOLOGIA NORDICA

Creazione dell'uomo

Gli Asi erano molto compiaciuti del mondo che avevano creato.

Tuttaviaa sentivano che ancora mancava qualcosa perché questo meraviglioso mondo sfiorasse la perfezione:

l’uomo

Fu così che un giorno i tre dei, errando sulla riva del mare, notarono in due alberi, un frassino e un ontano, quelli che potevano essere i tratti dell’essere umano.

Ma erano solo tronchi senz’anima, movenze e pensieri.

I tre dei decisero quindi di soffiare la vita all’interno degli alberi,

Odino donò l’anima, Hoenir la volontà di muoversi e pensare e Lodur il sangue e i sentimenti. Lentamente il frassino e l’ontano mutarono forma trasformandosi in un uomo e in una donna.

Ma cos’è un uomo nudo e senza nome?

Non era così che gli Asi avevano pensato all’essere umano, quindi consegnarono i loro mantelli alla coppia per potersi coprire e li chiamarono Ask (l’uomo) e Embla (la donna).

Gli Asi assegnarono loro Midgard come dimora e pensarono anche a proteggerli dalle scorrerie degli jotun, costruendo una recinzione con le sopracciglia di Ymir.

In cima alla montagna più alta i tre dei costruirono la propria casa e con uno scintillante arcobaleno collegarono la terra e Asgard, la loro dimora.

Dopo un po’ di tempo nacquero i primi figli di Ask ed Embra, ed in verità non erano proprio gradevoli da vedersi con la pelle come ruvida corteccia e gli occhi sempre vuoti e tristi.

In quanto all’ educazione pareva che non la conoscessero proprio.Vivevano in spoglie capanne e si nutrivano di piante selvatiche.

Fortunatamente i loro nipoti migliorarono sotto ogni aspetto. Impararono a coltivare la terra, costruendosi delle case e diventando ottimi navigatori, ma ancora più raffinati erano i loro bis-nipoti.

Di bell’ aspetto passavano il loro tempo oziando in maestosi palazzi, vestiti di fini tessuti, si cibavano di carne arrosto e sorbivano l’idromele da corni finemente intarsiati

Erano di buone maniere perché Odino stesso aveva insegnato loro la buona educazione. Travestendosi da vecchio viandante, bussava alle porte e seduto innanzi al focolare condivideva la sua saggezza con gli esseri umani.

Gli uomini erano grati agli dei per i doni ricevuti e allo stesso modo gli Asi amavano il genere umano e lo proteggevano dagli jotun.

La vita di ogni essere veniva scritta nel momento in cui nasceva. Erano le Norne, le tre Fate del Destino a deciderlo; Urd, Verande e Skuld. Incidevano su tavolette le rune, i caratteri sacri, disponevano per ogni nato una vita piena di fortuna o sventura, breve o lunga.

La prima scriveva il passato, la seconda il presente, la terza il futuro e filavano il destino degli uomini: se il filo di Skuld si spezzava, era segno di morte.

A nessuno era dato sapere da dove provenissero le Norne e anche gli Asi si dovevano sottomettere alle loro volontà, gli stessi dei infatti non erano immortali.

Anche loro prima o poi dovevano morire, come chiunque e qualunque cosa.

Presso la fonte di Urdarbrunnr, vivono le Norme, che tessono il filo del destino dei mortali:
Da quel luogo vengono donne, di molto sagge,
tre, da quello spazio che sotto l’albero s’estende;
ha nome Urdhr l’una, Verdhandi l’altra
– sopra una tavola incisero rune – Skuld quella ch’è terza;
queste decisero il destino, queste scelsero la vita,
per i viventi nati, le sorti degli uomini.

[cit. da “Il Canzoniere Eddico”]

Sigfrido

Siegfried English version

Vichinghi

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